Eco-condizionalità e gestione dell’acqua: aspetti economici
Le proposte della Commissione sulle regole di condizionalità confermano che l’innalzamento dello standard ambientale della produzione agricola prosegue. E l’azienda si trova davanti ad un bivio: tentare di adattarsi ai nuovi vincoli per aumentare l’efficienza ambientale oppure scegliere un nuovo modello in cui l’equilibrio con l’ambiente rappresenti un’opportunità anche dal punto di vista economico
L’agricoltura costruisce agroecosistemi con lo scopo di regolare la crescita degli organismi animali e vegetali utilizzati nei processi produttivi e mettere in atto flussi di scambio tra attività umane e sistema naturale. Forse per questo, rispetto ad altri settori, risulta più intuitivo comprendere che in agricoltura la produzione non si limita a mettere a disposizione i prodotti agricoli ma produce anche esternalità ambientali, sia negative (come l’inquinamento da nitrati delle risorse idriche) che positive (ad esempio il controllo della stabilità idrogeologica del territorio attraverso le opere di sistemazione), oltre che beni pubblici (a partire dal paesaggio agricolo).
La consapevolezza dei complessi rapporti che legano la produzione agricole e l’ambiente oggi è ampiamente diffusa sia a livello scientifico che nell’ambito delle valutazioni delle politiche (Commissione UE, 2017) e il concetto di multifunzionalità (OECD, 2001; Van Huylenbroeck et al., 2007) è stato introdotto sia come strumento di analisi economica, sia come schema descrittivo delle funzioni svolte dal settore
Chi paga chi e per cosa
Il passaggio, nel corso degli anni ’90 del XX secolo, verso una vera e propria condizionalità sposta progressivamente i “diritti di proprietà” sull’agroecosistema dai produttori/proprietari dei terreni alla collettività. Con la riforma Fischler del 2003 la condizionalità diventa obbligatoria: il nuovo Pagamento Unico Aziendale (PUA) disaccoppiato (che ha sostituito i molteplici pagamenti per prodotto esistenti, inquadrandoli in una cornice unica di diritti e obblighi) viene condizionato al rispetto di Criteri di Gestione Obbligatori (CGO) e alla conservazione delle Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA) dei terreni eleggibili per il sostegno.
Anche all’interno delle regole di condizionalità ci sono diversi livelli di “cogenza”: mentre i CGO fanno riferimento a specifiche norme definite a livello europeo (come la direttiva nitrati), le BCAA devono essere definite nei vari contesti di applicazione e sono di conseguenza oggetto di una possibile negoziazione a livello decentrato.
Le nuove proposte della Commissione
Con questa chiave di lettura è possibile fare un rapido esame delle proposte della Commissione per la nuova PAC dopo il 2020 (Commissione UE, 2018). È interessante innanzitutto notare che la componente “verde” del PUA viene completamente riassorbita nel cosiddetto “Sostegno di base al reddito per la sostenibilità” (Frascarelli, 2019). Si potrebbe in altri termini dire che tutto il sostegno del reddito deve diventare green, anche se nel termine “sostenibilità” si dovrebbero includere aspetti non strettamente ambientali (come ad esempio la stabilità sociale delle aree rurali). A scopo esemplificativo nel seguente prospetto relativo al tema dell’acqua, viene sintetizzato come cambierebbe il quadro della condizionalità se passassero le proposte della Commissione:
Innanzitutto è da notare che il rispetto delle norme sullo sversamento delle sostanze inquinanti non è più oggetto di alcuna negoziazione sotto forma di BCAA ma viene riportato sotto il primo CGO che si appoggia ad una precisa normativa europea, la Direttiva 2000/60/CE sulle acque.
Il secondo CGO, relativo alla direttiva nitrati, è già presente nella versione corrente della condizionalità. A questo si affianca un nuovo criterio obbligatorio per il controllo dell’inquinamento da fosfati, che fa anch’esso riferimento alla Direttiva Acque. Come si può notare nella nuova versione della condizionalità ci si richiama a una specifica norma europea per l’autorizzazione al prelievo delle acque, aumentando la cogenza di quella che prima era indicata semplicemente come una prassi sotto la precedente BCAA 2, che viene di conseguenza soppressa. Infine, per quanto riguarda le BCAA 4 e 5, la prima è già attiva sotto la PAC corrente, mentre la seconda è una novità che dovrebbe promuovere l’innovazione tecnologica verso forme di agricoltura di precisione.
Conclusioni
Come mostra questa semplice analisi delle proposte della Commissione per le regole di condizionalità con riferimento all’acqua, l’innalzamento dello standard ambientale della produzione agricola prosegue, spostando progressivamente il diritto a disporre dell’agroecosistema dai produttori alla collettività.
L’azienda agricola si trova sempre più davanti ad un bivio: tentare un adattamento ai nuovi vincoli per aumentare l’efficienza ambientale del proprio modello produttivo; oppure considerare una forma di “adattamento totale” dell’attività, scegliendo un nuovo modello di produzione in cui l’equilibrio con l’ambiente non costituisca più un vincolo ma piuttosto un’opportunità anche dal punto di vista economico.
Scrive per noi
- Professore associato presso il Dipartimento di Scienze per l’Economia e l’Impresa dell'Università degli Studi di Firenze, si occupa di analisi dell’impatto delle politiche agricole e di sviluppo rurale e di economia della produzione agroalimentare. Ha lavorato sull’analisi dell’impatto dell’abbondanza di risorse non rinnovabili nei processi di sviluppo regionale e sulle forme alternative di filiera agroalimentare.